Ciao creatura d’Impatto,
come stai? Non ci sentiamo da un po’, tanto che è già arrivato quel periodo dell’anno in cui si fanno le classifiche, i buoni propositi, e chi più ne ha più ne metta...
Qui ad Impatto, ci piaceva salutare questo 2023 — un anno in cui è successa la qualunque sia dal punto di vista ambientale che socio-politico — con un libro che fosse un po’ d’ispirazione…
Abbiamo scelto di leggere La Nazione della Piante di Stefano Mancuso (2019, Laterza, 139 pagine, 12€): sarà effettivamente stato d’ispirazione? Spoiler: per una buona parte del gruppo, è prevalsa la sensazione di pessimismo cosmico più che quella di positività e stimolo😆
Prima di addentrarci un pochino nelle radici di questo libro, però, una novità in casa Impatto! ⤵️
🌱 Verdeleggo: il Gruppo di Lettura d’Impatto 🌱
Eh sì, concludiamo quest’anno con una novità per un 2024 con almeno una certezza: inizia Verdeleggo, un gruppo di lettura online rivolto a te, che — ormai lo sappiamo — sei una personcina che ha voglia di cambiare le cose, ragionandoci su.
Come funziona?
Il nostro gruppo di lettura si svolge online ed è (ovviamente!) del tutto gratuito...non serve nemmeno acquistare il libro nuovo: puoi fartelo prestare, prenderlo in prestito in biblioteca (o richiederne l'acquisto, se non dovesse essere già presente), comprarlo su Libraccio, Acciobooks, Vinted, o qualsiasi altro sito in cui sia possibile trovare libri usati. Ma soprattutto, puoi condividerlo con l'amica, l'amico, lə amicə che porterai alla discussione🦊
Cosa leggeremo, e quando?
🗓️📚 Per iniziare, lunedì 26 febbraio 2024, diciamo intorno alle 21, ci troviamo per commentare e discutere insieme Racconti da due pianeti: Storie di cambiamento climatico in un mondo diviso, a cura di John Freeman (Mondadori, 2023, 312 pagine tutte belle!).
Se ti va di partecipare, compila questo form!
Ti aspettiamo🌱
Bene, lanciato il grande annuncio possiamo buttarci sul breve ma denso (e, all’interno del nostro gruppo, abbastanza divisivo) libro del celeberrimo divulgatore scientifico a cui, indubbiamente, “piacciono le piante” (grazie Francesca per questa frase iconica).
La nazione delle piante si presenta come una sorta di libello-costituzione, basata su otto potentissimi articoli (che ti spoilero qui sotto), di un mondo che vede ai “vertici del potere” non le persone, ma le piante.
La Carta dei diritti delle piante recita:
La Terra è la casa comune della vita. La sovranità appartiene ad ogni essere vivente
La Nazione delle Piante riconosce e garantisce i diritti inviolabili delle comunità naturali come società basate sulle relazione fra gli organismi che le compongono
La Nazione delle Piante non riconosce le gerarchie animali, fondate su centri di comando e funzioni concentrate, e favorisce democrazie vegetali diffuse e decentralizzate
La Nazione delle Piante rispetta universalmente i diritti dei viventi attuali e di quelli delle prossime generazioni
La Nazione delle Piante garantisce il diritto all’acqua, al suolo e all’atmosfera puliti
Il consumo di qualsiasi risorsa non ricostituibile per le generazioni future dei viventi è vietato
La Nazione delle Piante non ha confini. Ogni essere vivente è libero di transitarvi, trasferirsi, vivervi senza alcuna limitazione
La Nazione delle Piante riconosce e favorisce il muto appoggio fra le comunità naturali di esseri viventi come strumento di convivenza e di progresso
A partire da questi articoli, ciascuno degli otto capitoli del libro approfondisce — tramite esempi legati tanto alla botanica quanto alla sociologia — le modalità con cui il mondo delle piante da sempre costruisce e riesce a mantenere una propria “nazione”, nella quale equilibrio, radicamento e mutuo appoggio sono le caratteristiche principali.
Ragionando su casi molto concreti — spesso disastrosi, talvolta d’esempio — Mancuso arriva, alla fine di ciascun articolo, a presentare il modo in cui la Nazione della Piante ha deciso di agire: si tratta spesso di modi e modelli che si oppongono a quelli, molto umani, delineati nel capitolo stesso…
✅ Articolo 1: Antisovranismo
Partendo dall’equazione formulata dall’astronomo Frank Drake e dall’ossesione umana per la vita aliena, passando per il Darwinismo biologico e sociale, Mancuso ci porta a riflettere sull’errore di pensare che “la Terra” sia “cosa nostra” soltanto perchè la specie umana ha potuto dividerne la superficie in Stati, o ha potuto servirsi delle sue risorse (apparentemente) senza limiti…
È per questo che la molto saggia Nazione delle Piante, nata centinaia di milioni di anni prima di qualunque nazione umana, garantisce a tutti gli esseri viventi la sovranità sulla Terra: per evitare che delle singole specie molto presuntuose possano estinguersi prima del tempo, dimostrando che il loro grosso cervello non era affatto un vantaggio, ma uno svantaggio evolutivo.
✅Articolo 2: Anticolonialismo
Passando per L'Origine delle specie di Drawin, si arriva a parlare della storia del colore rosso: la tinta, famosamente ottenuta dalla cocciniglia — che viveva sulle piante di fico d’India — inizialmente soltanto nell’attuale Messico, era così invidiata dai conquistadores spagnoli che gli stati assoggettati, ogni anno, dovevano fornire all’imperatore come tributo anche un certo numero di sacchi di questo insettino colorante. Per almeno due secoli e mezzo, la produzione del colore rimase un monopolio della Spagna (di quella Spagna colonizzatrice che era riuscita non soltanto a fare suo il “segreto” di questa produzione, ma era anche riuscita a guadagnarne, iniziando a commerciarla in Occidente!). La storia di questa tintura, estremamente interessante, continua con conseguenze disastrose a livello ambientale. Tramite questo abominevole racconto di espropri e possesso (e quello di un altro evento storico curioso, che ti lascio leggere in autonomia), si arriva a presentare la scelta attuata all’interno della Nazione delle Piante, ossia di
riconoscere come diritto inviolabile l’intangibilità di qualunque comunità naturale.
Un invito estremamente attuale, e indubbiamente auspicabile.
✅Articolo 3: Radicamento e cooperazione
Questo è un capitolo che ho trovato particolarmente interessante, soprattutto in un momento storico in cui la mobilità e il continuo movimento sono diventati aspetti centrali della nostra vita; con l’articolo 3, infatti, riflettiamo sul radicamento e sullo sviluppo (anche) “orizzontale” delle piante. Il modo migliore per capire l’articolo è leggerne un pezzo:
Essere radicati al suolo, senza possibilità di spostarsi dal luogo in cui si è nati, ha delle conseguenze fondametnali. Le piante non sfuggono di fronte ad un predatore; non vanno alla ricerca di cibo; non si sposano verso ambienti più confortevoli. Le piante non hanno la possibilità di adoperare la principale soluzione che gli animali utilizzano per risolvere qualunque difficoltà: il movimento. Ma se non si può scaappare, come è possibile resistere ai preddaotri? Il trucco sta nel non avere alcun organo fondamentale singolo o doppio, distribuendo al contempo all’intero copro tutte quelle funzioni che gli animali concentrano in organi specializzati. Gli animali vedono con gli occhi, sentono con le orecchie, respirano con i polmoni, ragionano con il cervello ecc., le piante vedono, sentono, respirano e ragionano con tutto il corpo. (…) Ovviamente, a chiunque è evidente l’estrema fragilità del nostro corpo.
Per questa ragione, la Nazione delle Piante, si serve “soltanto di modelli organizzativi diffusi, decentralizzati e reiterati”…
✅Articolo 8: Mutuo appoggio
Rifuggendo la “legge della giungla”, Mancuso richiama il concetto di mutuo appoggio dello studioso Kropotkin che, sulla base di esempi tratti dalla storia naturale, dimostra che è proprio la cooperazione, e non la competizione, il fattore determinante per il successo delle specie. A livello di sistemi naturali, questo concetto coincide con quello di simbiosi, ossia quel processo secondo cui degli organismi semplici, unendosi, danno vita ad un nuovo tipo di cellula completamente diverso.
Il fatto che le simbiosi fra i vegetali siano così comuni è probabilmente legato alla loro impossibilità di spostarsi dal luogo in cui sono nate. In queste condizioni, costruire comunità stabili e cooperanti con gli altri individui con i quali ci si trova a dover condividere lo spazio vitale diventa una necessità.
…insomma, anche se ci vengono date un sacco di informazioni storiche, scientifiche, sociologiche, la strada che Mancuso ci invita a seguire diventa sempre più chiara ad ogni pagina.
Tuttavia, se gli articoli da soli sono di grande ispirazione, per alcunз del team, leggere il libro nella sua interezza ha lasciato più una sensazione di pessimismo, come se l’autore volesse sbattere sul tavolo tutto il male che gli esseri umani hanno fatto alla Terra e ai suoi ecosistemi, senza però fornire gli strumenti per gestire (psicologicamente e materialmente) queste informazioni, contribuendo di fatto ad aumentare uno stato di ecoansia.
L’altra parte del team, invece, ha tratto delle conclusioni più positive: oltre a ridare il giusto valore alle piante, troppo spesso sottovalutato o dato per scontato, l’invito di Mancuso è quello ad essere noi stessз un po’ piante.
Steps d’Impatto della lettura: 🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽/10
Ci siamo interrogatз a lungo sul target migliore per La nazione delle piante, e — oltre alle persone a cui piacciono le piante 😁— consigliamo questo libro alle persone curiose di leggere, con una prosa che mescola fatti storici a dati scientifici, come sarebbe la propria vita su questo pianeta se vivessimo in una nazione fondata su antispecismo, antirazzismo, antisovranismo, e anticapitalismo (senza però mai leggere esplicitamente nessuno di questi paroloni).
Per lз più piccinз
Di come la Natura possa farci da guida e modello, ormai non abbiamo più dubbi. Per questo, il delicato racconto di Suzy Chich, tradotto da Gioia Sartori e illustrato da Monique Touvay, è perfettamente in tema con le nostre chiacchiere di oggi…
Aspetta (Terre di Mezzo, 2023, 48 pagine, età: 3-5, 5-7 anni) è un albo
sul tempo che passa e sul saper attendere. Un invito a guardare lontano, e a credere nei doni del tempo. L’attesa è un vuoto soltanto apparente: ce lo insegna la natura.
Ah, per finire: Fabia suggerisce di goderti queste letture ascoltando Albero degli Eugenio in Via di Gioia.
Beh, mi sa che questa è la nostra ultima newsletter per il 2023, per cui: buone cose, buone feste, buone non-feste, buone ferie o buon lavoro da tutto il team Impatto, e buona entrata nel 2024, cuore!