Ciao,
sono Giulia (sì: ad Impatto, ci piace cambiare!), e oggi facciamo un pezzetto di strada insieme. “Anche no” dici? Ti capisco: in effetti, anche la mia situazione dopo i pranzi di questi giorni non è delle più rosee.
Dai, dedicami questi ultimi sprazzi di energia del tuo 2021: un po’ d’aria fresca ci farà bene e magari, fra le chiacchiere, riusciamo pure a ripulire un po’ questo sentiero dai rifiuti, no? Però aspetta! Prima di cominciare, mettiamo un po’ di musica, ti va? Oh, ecco: ora ci siamo!
Hai sentito che Will Italia ha inserito l’ecoansia, la paura cronica della rovina ambientale, tra le 8 parole più rappresentative del 2021? Il sondaggio dice che il 64% delle persone appartenenti alla generazione Z, ossia nate tra il 1995 e il 2010, ne soffre. Sul tema aveva scritto anche Corrado Fontana, nel suo articolo per Valori intitolato “Eco-ansia, malattia del secolo? Cos’è e chi colpisce”: studiatelo, così poi all’ultima cena in famiglia di questo 2021 puoi fare lo spiegone! Comunque, dopo una lunga riflessione, mi sento di ribaltare il risultato: non serve (fingere di) essere nati dopo il 1994 per soffrirne. Ora che mi ci fai pensare, poi, tutto torna: l’ecoansia è sicuramente stata una delle forze motrici che ci ha spinto a portare avanti il mega progetto di Guida di Impatto (se per caso vuoi rinfrescarti la memoria, Sara ha egregiamente risposto ad alcune FAQ relative al libro, qui)! Abbiamo avuto bisogno di passare dall’idea all’azione, di mettere in pratica delle alternative concrete per cominciare davvero a migliorare le nostre abitudini; abbiamo avuto bisogno di definire delle basi solide per arrivare a un cambiamento, per sentirci parte di esso ed essere responsabili per come agiamo nel nostro pianeta. Insomma, Guida di Impatto riempirà quel vuoto di conoscenza e azioni che noi stessз percepiamo.
A questo proposito, ho una bella notizia: la nostra campagna di raccolta fondi procede alla grande, e stiamo per arrivare al 50% della somma finale! Se sei tra le persone che hanno già contribuito alla raccolta, rinnoviamo i nostri ringraziamenti e ti mandiamo tanti cuoricini; altrimenti, sei sempre in tempo per aiutarci a raggiungere il nostro (che poi, sono sicura, è un po’ anche il tuo) obiettivo, o a spargere la voce. Siccome ti abbiamo già elencato i macro-temi che saranno contenuti nella guida,
oggi ti propongo un breve approfondimento su un argomento, e lo faccio partendo da una sfida che ci ha lanciato Carlotta: hai mai provato a pesare i tuoi rifiuti? Un’azione così semplice, che però può darci tante informazioni utili su cosa produciamo, e soprattutto su come produciamo la nostra spazzatura! Infatti, se non ci rendiamo conto di quello che produciamo diventa difficile capire da dove cominciare per cambiare le nostre abitudini!
Perciò, se vuoi iniziare bene il 2022 (dalle liste dei buoni propositi non si scampa nemmeno quest’anno!), puoi provare a tenere sotto controllo la tua spazzatura, o parte di essa, per tutto il mese di gennaio. Dai, lo faccio anche io! Potremmo, per esempio, monitorare il peso della nostra produzione di plastica e residuo/non riciclabile, che sono solitamente i due tipi di rifiuti a più lento smaltimento nella filiera. Basterà che, con la cadenza che ritieni opportuna, tu prenda il sacchetto prescelto, lo chiuda bene, lo metta sopra ad una bilancia (anche quella da cibo andrà benissimo), e che annoti il peso in questa tabella.
Se, invece, hai già fatto il primo passo, puoi spingerti oltre e analizzare i tuoi rifiuti, diciamo una volta alla settimana: che cosa c'è nel sacchetto dell’immondizia? Io, per esempio, mi segnerò il tipo di imballaggio e rifiuto che ritorna più spesso, e proverò a capire se questo è rimpiazzabile con una o più soluzioni eco-sostenibili.
Come primo mese dell’anno nuovo, io mi fermerei qui…ma se tu, invece, non sei ancora soddisfattə e vuoi arricchire questa sfida sui rifiuti, potresti prendere ispirazione da Grant e Jen, altre due persone “ecoansiose” proprio come noi, che hanno ideato e prodotto The Clean Bin Project. Questo progetto-documentario, che nel 2022 compirà 11 anni di vita, segue la vita della coppia che si è sfidata, per un anno intero, a ridurre drasticamente l’acquisto di beni non primari – che loro chiamano genericamente stuff (la “roba” di cui scriveva anche Annamaria Testa nel dicembre 2020) – e la produzione di rifiuti da portare in discarica. Come spesso accade, anche loro si interrogano a lungo sul dilemma preferito dalle persone ecoansiose, ossia sull’effettiva utilità delle azioni individuali; lottano per dare (e, una volta perso, ritrovare) un senso alle loro azioni, la cui influenza risulta apparentemente irrilevante rispetto all’impatto ambientale su larga scala di tutta una società basata sul concetto baumaniano di liquidità e sull'usa e getta.
Piccolo spoiler: capiranno che anche le azioni individuali contano!
Per quanto mi riguarda, è anche grazie ad Impatto se oggi mi trovo a pensarla come quellз di Kurzgesagt (grazie Carolina e Francesco per il suggerimento!), che parlano qui di come le azioni delle singole persone possano influire positivamente perfino su un problema complesso e sfaccettato come il cambiamento climatico. Alla fine, è chiaro che dare la colpa della condizione attuale del pianeta aз singolз individuз non permetterà di salvare il pianeta stesso, proprio perché in questo modo si deresponsabilizzano le grandi industrie e i singoli stati; tuttavia, i piccoli gesti quotidiani, individuali e di gruppo, sono proprio alla base di quel cambiamento sistemico, sociale e culturale, che serve per scuotere anche il resto.
Tu cosa ne pensi?
In ogni caso, se questa sfida ti ha ispirato, sono sicura che conoscerai già la Rete Zero Waste italiana. In caso contrario, sappi che il loro blog è ricchissimo di spunti a 360°, proprio come piace a noi di Impatto; non a caso, la rete Zero Waste sarà uno dei nostri partner per la guida, per cui aspettati grandi cose (e grandi sfide)! Ah, se ti sei incurisitə, cliccando qui sotto puoi scoprire alcune delle altre realtà virtuose che contribuiranno al nostro progetto:
Giuro, adesso la finisco! Mi ero ripromessa di spammare almeno un libro uscito sul tema nel 2021, ma mi sa che per sta volta te ne spammo due:
Il romanzo “I figli del diluvio”, scritto dalla saggista e attivista americana Lydia Millett e pubblicato da NNEditore, ci catapulta in uno scenario apocalittico in cui un gruppo di giovanз (sicuramente ecoansiosз) si trova ad affrontare sulla propria pelle le conseguenze del cambiamento climatico e a combattere contro la noncuranza dei propri genitori;
Il libro tragicomico “Saggio erotico sulla fine del mondo”, scritto dal divulgatore scientifico Barbascura X e pubblicato da Mondadori, invece, racconta il disastro ambientale del nostro tempo attraverso gli occhi dell’ultimo superstite umano, catapultato casualmente in un futuro molto lontano per un’anomalia spazio-temporale avvenuta nella sua cucina.
Ti assicuro che, con questi due titoli, puoi ancora fare bella figura per un regalo dell’ultimo minuto o, se divori libri, rendere il tuo capodanno più scoppiettante parlando di temi assolutamente non divisivi 🙈!
Come dici, scusa? Il sentiero è già finito? Ammazza! E ho parlato solo io per tutto il tragitto? 🤯 Senti, facciamo così:
se vuoi aggiungere qualche idea sul tema o confrontarti con altre persone che la pensano come noi (ti assicuro che parlano meno di me), ti lascio il link alla nostra pagina Instagram. Ti aspettiamo, più o meno così: Uh, un’ultimissima cosa: oggi è il penultimo giorno del 2021! Prima che tu corra a fare la spesa per il cenone (dal Barattolo Sfuso o al tuo Alveare preferito)
lascia che ti faccia gli auguri a nome di tutto il nostro team per un 2022 brillante, fiorito e pieno di Steps di Impatto! 🎉🎉 Alla prossima, Giulia P.S. Io te lo dico, poi vedi tu: gennaio è anche il mese del Veganuary!