Ohi ohi personcina,
in questi due mesetti la vita ha preso il sopravvento, e il nostro appuntamento mensile è saltato…
…mi perdoni?
Come contrappasso, ti sto scrivendo a fine luglio, con 32° (percepiti 45°) in casa e il mondo fuori che va allo scatafascio…anche questo mese, infatti, gli effetti del cambiamento climatico diventano ogni giorno più evidenti, nonostante ci sia ancora chi continua a sostenere che tutto ciò che sta succedendo sia semplicemente “normale” in questa stagione (Nicolas Lozito ne parla, come sempre in modo estremamente efficace, nella sua penultima newsletter, che trovi qui).
In questa situazione, è facile farsi prendere dall’ecoansia, sentirsi bloccatз e incapaci di agire (ad Impatto, ne avevamo parlato in uno dei primi Steps), soprattutto quando il “““maltempo””” ci colpisce in prima persona e c’è bisogno di dare un nuovo ordine alle proprie priorità…
Questo mese, a Steps d’Impatto, affrontiamo un tema per noi nuovo, molto condivisibile ma allo stesso molto divisivo: l’antispecismo!
(N.B. Questa GIF è stata inserita con il dichiarato intento di addolcirti, perché secondo me oggi sarà dura).
…lo facciamo commentando i due libricini L’antispecismo spiegato a mia mamma di Troglodita Tribe (Ortica Editrice, 2023, 86 pagine) e Animal Liberation Front: Una relazione per lo stato civile di Leonardo Caffo (Tlon, 2023, 135 pagine), entrambi perfetti per una lettura domenicale.
Benchè accomunati dallo stesso tema, ossia l’antispecismo, i due libri sono molto diversi: il testo di Troglodita Tribe contiene il dialogo tra una mamma e unǝ membrǝ della coppia di attivistз, mentre il secondo si presenta in forma di monologo, in particolare come una trascrizione dell’udienza finale di un processo (non realmente avvenuto) nei confronti del professore (non realmente esistito) Pietro K. Rossignoli.
Prima di buttarci nella pagine di questi testi, partiamo con una domanda di base: di cosa parliamo quando parliamo di antispecismo?
La definizione che ne dà “Manifesto Antispecista” è la seguente:
L’antispecismo è il pensiero filosofico, politico e culturale che lotta contro lo specismo, l’antropocentrismo e l’ideologia del dominio che rappresentano le fondamenta della società umana moderna. Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione basata sulla presunzione dell’esistenza di razze umane e l’antisessismo respinge la discriminazione basata sul sesso, così l’antispecismo respinge la discriminazione basata sulla specie e sostiene che l’appartenenza biologica alla specie umana non giustifica moralmente e eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del corpo di un essere senziente di un’altra specie.
Le persone umane antispeciste lottano affinché le esigenze primarie degli Animali siano considerate fondamentali tanto quanto quelle degli Umani, cercando di destrutturare e ricostruire la società umana in base a criteri sensiocentrici, biocentrici ed ecocentrici, con l’intento di non causare sofferenze e danni evitabili agli individui delle altre specie viventi e al pianeta.
Il parallelismo di cui sopra tra antispecismo e antirazzismo si trova, ampliato, proprio nelle prime pagine del testo di Troglodita Tribe. Ci viene spiegato che, se l’antirazzismo sostiene che “non c’è una razza che ruba più delle altre, o una popolazione più intelligente delle altre, e non c’è neanche una razza superiore o con più diritti di tutte le altre”, l’antispecismo “fa un altro passo e dice che non esiste una specie superiore alle altre, una specie che può arrogarsi il diritto di trattare tutti gli altri animali come oggetti da sfruttare, da imprigionare, da uccidere” (p. 8).
Infatti, si legge nell’introduzione al dialogo, l’antispecismo offre un nuovo paradigma, basato su una società realmente ecocentrica, che porti avanti principi di equità, giustizia e solidarietà non soltanto nei confronti delle altre persone, ma anche delle altre specie.
Difficile non trovarsi d’accordo, vero? Soprattutto ogni volta che lз autorз tirano in ballo l’interazione tra specismo, dominio e sfruttamento, che — dicono — è di fatto spesso perpetrata anche da pratiche che si definiscono ecologiste, vegetariane, libertarie, ecc., che pongono, sempre e comunque, l’essere umano al vertice della piramide gerarchica.
Di conseguenza, “l’antispecismo non ha nessuna intenzione di concedere dei diritti agli animali” (p. 36), perché la sola idea di “concedere dei diritti” implica che ci sia una gerarchia in cui ci siano dellз padronз che, dalla loro posizione di potere, quei diritti possono concederli. In breve, l’obiettivo dell’antispecismo è proprio quello di scardinare questa gerarchia di potere e partire da una posizione paritaria in cui proporre il controllo delle attività della propria specie “in relazione ai principi di equità, giustizia e solidarietà nei confronti delle altre specie” (p. 36).
Queste idee, che forse ti risuonano, ce le spiega, in vari punti, l’altro testo, quello di Caffo, dandoci delle definizioni abbastanza precise della filosofia da cui l’antispecismo prende forma. Senti qua cosa dice il prof. Pietro K. Rossignoli nella sua arringa di difesa (p. 86—88):
Insomma, avrai capito che le domande del botta e risposta madre-figlə e l’arringa di Rossignoli ci danno l’occasione di affrontare un sacco di temi diversi. Ti faccio qualche spoiler giusto su un paio di questi! Prontə?
1. La famigerata questione del latte di mucca
Partiamo con un argomentazione forse un po’ basic: nonostante, nell’immaginario comune, le mucche siano considerate delle macchine da latte, questi mammiferi non producono latte “a getto continuo”, ma soltanto una volta partorito e con l’obiettivo di svezzare i propri cuccioli.
Perciò, per poter usufruire del latte vaccino, lз allevatorз dovranno far partorire artificialmente le mucche; i cuccioli maschi, tolti alle mucche da latte per il semplice fatto di non poter produrre latte, saranno macellati dopo pochi mesi; tuttavia, anche le mucche – la cui produzione di latte inizierà pian piano a diminuire – sono destinate al macello molto prima di quanto la loro vita in condizioni naturali le porterebbe a vivere. Qualcosa di molto simile, come sappiamo, si può dire della produzione di uova per le galline o di miele per le api.
Tutto questo “per il semplice fatto che un’azienda deve trarre il massimo del profitto se vuole restare sul mercato” (p. 32).
2. La perniciosa questione dei vegetariani
Qui si entra in un terreno scivoloso, che potrebbe anche picchiettare ininterrottamente sul tuo cuoricino di persona vegetariana (se lo sei) e non vegana:
Una persona vegetariana ha fatto una scelta alimentare. Un vegan ha fatto una scelta di vita e di rispetto nei confronti delle altre specie animali. E non si limita a enunciare questa scelta a parole, la mette in pratica nella sua vita quotidiana.
Ma anche i vegetariani dicono di aver fatto una scelta etica in favore degli animali.
Certo, so bene che spesso sostengono questa tesi. Secondo loro è sufficiente evitare la carne per non sentirsi responsabili della sofferenza e della morte degli animali. Ma si tratta di un ragionamento superficiale.
Perchè?
Perché gli animali degli allevamenti, quelli che forniscono latte e uova, saranno comunque sfruttati e uccisi. Come ti dicevo, una mucca da latte viene uccisa dopo quattro o cinque anni, i suoi vitelli saranno uccisi dopo pochi mesi, una gallina ovaiola sarà uccisa dopo soli due anni (e ne potrebbe vivere più di dieci), i giovani polli saranno sgozzati dopo qualche mese, prima della loro maturità sessuale. A una persona vegetariana basta non mangiare la carne di un animale ucciso, ma di fatto non si preoccupa che la sua dieta determini comunque la segregazione, lo sfruttamento e la morte di animali, anche se si tratta di una morte differita.
È per questa ragione che non può essere definita una scelta etica?
Esatto! Una persona vegetariana non può essere antispecista, perché, alimentandosi con prodotti animali, afferma la superiorità della sua specie, accetta che degli individui non umani siano rinchiusi contro la loro volontà in capannoni e in recinti dove saranno costretti a produrre cibo per gli umani. Consumando questi prodotti il vegetariano finanzia e sostiene l’ideologia del dominio di una specie su tutte le altre.
Indubbiamente una persona vegetariana può aver aderito a questa scelta alimentare per motivi che non siano strettamente “animalisti”, magari spinta da questioni ambientali (ormai sappiamo che una dieta vegetariana può avere un impatto minore di una dieta che includa la carne; se mastichi l’inglese e vuoi dei dati, leggi qui).
Tuttavia, questa sorta di schiaffo in faccia che ci ricorda periodicamente che — anche se siamo persone vegetariane, magari attente alla sostenibilità ambientale e umana —, mangiando latticini, uova, o miele, stiamo comunque supportando un sistema di dominio che ci è probabilmente molto difficile vedere e scardinare…beh, può far male!
Sì, hai ragione: come spesso diciamo ad Impatto, non è la perfezione l’obiettivo finale, ma la consapevolezza...e in effetti, non so a te, ma quello che abbiamo letto fino a ora a me continua a frullare in testa!
Il prof. Rossingoli, d’altro canto, rincara la dose puntando proprio su uno stereotipo che si riversa sulle persone vegane e che ha a che fare con “un certo classismo” del movimento. L’arringa non ne lascia passare una — a costo di suscitare antipatia: “Certo, inutile nascondersi dietro a un dito, a un livello più sofisticato l’ideologia antispecista o l’ecologia radicale dovrebbero indirizzarsi alle persone più intelligenti, ragionevoli e razionali. Non è classismo ma selezione naturale (…) è in piena coscienza, e nel possesso di una cultura superiore alla vostra, che operiamo la scelta ideologica dell’antispecismo” (p. 66, 74—75).
Anche la mamma dialogante riprende l’argomento della “superiorità” che le persone antispeciste manifesterebbero di fronte alle altre (p. 76—78), e la risposta fornita dallə figlə è, sì, un po’ più delicata di quella del prof. Rossignoli, ma non meno perforante. Però, su questa versione non ti faccio spoiler!
3. La comprensibile questione dell’emergenza socio-ambientale
Un ragionamento che mi è piaciuto leggere è quello che, ne L’antispecismo spiegato a mia mamma, connette apertamente l’antispecismo alla crisi ambientale. Da un lato, potrebbe sembrare che le persone antispeciste combattano “soltanto” per porre fine alla strage di animali che, annualmente, porta all’uccisione di 48 miliardi di animali (131 milioni ogni giorno, 5,5 milioni ogni ora, 91000 ogni minuti, 1500 ogni secondo!); dall’altro, però, si dimostra come porre fine alla strage di animali avrebbe anche un risvolto a livello ambientale e sociale. Partiamo dal fatto che gli allevamenti, che occupano una buona parte dei terreni coltivabili presenti sulla terra, consumano la stragrande maggioranza di acqua potabile del pianeta: si tratta di milioni di ettari di terra, specificamente localizzati nel sud del mondo. Da questa terra, si produrrà cibo per animali che, ad un certo punto, verranno uccisi per diventare il pranzo o la cena “del ricco occidente” (p. 70), con una resa dieci volte inferiore a quella potenzialmente avuta da coltivazione di vegetali. Fingiamo, quindi, di avere un campo da cui dobbiamo ricavare più cibo possibile per sfamare le persone:
Se, nel campo, coltiveremo cereali, potremo ricavare cibo per 100 persone;
Se, invece, decidiamo di dare questi cereali in pasto a delle mucche, che poi uccideremo per ricavarne la carne da dare da mangiare alle persone, riusciremo a sfamarne solo 10.
Troglodita Tribe arriva quindi alla conclusione che “la fame nel mondo non è altro che il risultato di un comportamento alimentare arrogante e violento” e, benchè la frase vada dal tranchant al naive passando per il semplicistico, tutto sommato, come prospettiva ci può pure piacere.
4. La divisiva questione della violenza contro gli animali e degli allevamenti come lager
Ecco una delle tematiche a mio avviso più divisive tra quelle che affrontiamo oggi, che riporta tutte le riflessioni antispeciste sul piano dellз esserз umanз, e che mira a scardinare effettivamente e nella pratica quella gerarchia che ci pone al vertice della piramide. Ma partiamo dalle idee più delicate…
Il prof. Rossignoli sostiene (pp. 41—42) che:
In mare ogni giorno centinaia di umani muoiono come animali proprio perché consideriamo normale che gli animali possano morire in quel modo.
…quanta fatica si fa a mettere in dubbio la prospettiva che ci guida nelle scelte quotidiane? Quanto difficile è pensare che, forse, abbiamo sempre agito dal punto di vista più dannoso?
L’immaginato prof. Rossignoli continua a scavare fino all’osso, cercando di ribaltare in toto la prospettiva più comunemente diffusa che, appunto, vede lз esseri umanз come aprioristicamente superiori a tutti gli altri esseri viventi.
Nella società moderna, a mio avviso, la lealtà di un individuo davvero morale nei confronti del pianeta che lo ospita deve essere rivolta prima di tutto all’antispecismo e all’ecologia, e solo in secondo luogo alla comunità umana perché, se dovessero saltare i primi due tipi di lealtà, ne farà le spese proprio e soprattutto la comunità umana stessa (p. 53).
Un concetto che mi ha particolarmente colpito e che, nell’idea di questo ribaltamento, mi è molto piaciuto è il seguente:
Ragionare sull’animalità dell’essere umano è il fondamentale punto di partenza dell’antispecismo che, erroneamente nel tempo, ragionava sull’umanità degli animali. Rivedendoci tutti bestie, liberarci vorrà dire liberare tutti (p. 101)
…insomma, un bel filo da torcere, no? Quanto dici che sia facile pensarla, ma soprattutto agire, guidatз da questi princìpi?
E no, non possiamo cavarcela con la solita risposta che gli animali “non possono pensare, non possono distinguere il bene dal male, non possono essere consapevoli di esistere” (Troglodita Tribe, p. 22). Come fa notare Peter Singer, uno dei primi filosofi antispecisti, infatti, non è tanto l’abilità a fare cose, ma è l’appartenenza alla specie umana a garantire il rispetto morale, il diritto a ricevere cure e a non essere uccisз e mangiatз. D’altro canto, rimane la convinzione che le persone più forti e spietate possano fare ciò che desiderano dellз esseri più deboli, di chi non riesce ad opporsi.
Questo, però, mi ricorda un po’ il nazismo
E infatti i nazisti deportarono e schiavizzarono gli ebrei, i rom, i gay, le lesbiche; si credettero una razza eletta e superiore a tutte le altre. Ma non solo: i nazisti uccisero e usarono per sperimentazioni tante persone con problemi fisici e mentali reputandole indegne di vivere, inutili. E se approfondissi con attenzione la questione animale ti accorgeresti di quanto gli allevamenti siano simili ai lager nazisti. Negli allevamenti si trovano fili spinati, recinti elettrificati, corde, ritmi di produzione ossessivi, animali terrorizzati, rassegnati, che hanno perso totalmente ogni speranza e che sono costretti a subire angherie e soprusi perché solo attraverso il terrore è possibile dominare e controllare efficacemente, trarre il massimo profitto dallo sfruttamento di un essere vivente. (…) Pensa che questa sostanziale sovrapposizione tra lo sterminio dei nazisti e la sorte inflitta agli animali, è stato scritto un libro dal titolo “Un’eterna Treblinka”. L’autore, Charles Patterson, è lui stesso ebreo e porta le testimonianze dirette di molte persone che hanno vissuto nei lager.”
E quindi? Vedere le violenze che avvengono all’interno di allevamenti e mattatoi può essere utile? Tu cosa ne pensi?
Il prof. Rossignoli pensa che ciò non fungerebbe ad alcuno scopo se non a quello di renderci assuefattз alla violenza stessa, rendendola in qualche modo una realtà ancora più distante.
La conclusione cui arriva Rossignoli, e che porta anche noi alla chiusura di questo Step, è la seguente:
…ci sono molte altre tematiche che vengono affrontate, più o meno approfonditamente, in questi due libretti (peraltro, trovi una lettura ad alta voce di parte de L’antispecismo spiegato a mia mamma qui). Ma direi che come lettura da aperitivo dell’ultimo giorno del luglio più caldo di sempre possiamo anche dirci contentз così.
E tu, ti sei mai approcciatə a questa tematica? Ti definisci antispecista, o ritieni che le idee che questa filosofia pratica porta avanti non siano applicabili?
Steps d’Impatto delle letture: 🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽🦶🏽,5 /10
Consigliamo questa combo di letture alle persone che…vorrebbero capire cosa sostenga l’antispecismo da un punto di vista pratico e teorico, ma con un po’ di leggerezza e fiction. Consigliamo di partire dal testo di Troglodita Tribe, che essendo in forma dialogica permette di affrontare molte tematiche in modo diretto, e leggere il testo di Caffo, più discorsivo, in un secondo momento.
Per lз più piccinз
Consigliato per bambinз tra i 4 e i 7 anni, il libricino (in rima!) che consigliamo oggi è Doriana la mucca indiana (scritto da Dragana Vucic Dekic, illustrato da Ágnes Szucher e tradotto dal croato da Grazia Cominato, 2019, publicazione indipendente, 41 pagine).
Rispettata ed onorata nel suo paese, la mucca Doriana pensava che altrove avrebbe trovato le stesse attenzioni. Dopo aver viaggiato per giorni e giorni su una nave mercantile, arriva in Europa, dove ben presto si rende conto che le cose non stanno come lei aveva immaginato. Al ristorante non vedono in lei l’ospite, bensì il pezzo di carne da servire ai clienti e, quando entra in un orto per fare colazione con un po’ d’insalata, viene aggredita da un gatto furioso e da un cane ringhioso. La mucca si rende conto che ha fatto proprio male a lasciare la sua terra e decide di ritornare a casa. Le disavventure della mucca sono descritte con umorismo e non potranno che divertire i lettori, sia bambini che adulti. La storia vuole rilevare come sia crudele e ingiusto il rapporto con gli animali, promuovendo uno spirito di pace e l’empatia (Fonte: RadioVeg.it)
Ironicamente, il testo si trova in vendita soltanto in quel cattivo colosso che supporta il capitalismo e lo sfruttamento, per cui scegli tu quale sia la tua priorità (e controlla se la biblioteca cittadina non nasconde già Doriana da qualche parte!).
Ora che siamo alla fine, te lo dico: il mese prossimo (che è già domani!) i miei occhi e le mie dita si prendono una pausa (questa volta, voluta) da Steps d’Impatto, per cui non ti aspettare nulla nella tua casella di posta email e prenditi tempo per godere di tutte le pause che riuscirai a ritagliarti.
Ci ri-leggiamo a settembre!
Giulia
P.S. Facci sapere se, nella tua estate, ci saranno delle letture a tema sostenibilità e ambiente!